Talento Ribelle

La frase più pericolosa in assoluto è ‘Abbiamo sempre fatto così’, disse anni fa Grace Murray Hopper, pioniera della programmazione informatica. Da allora il mondo delle imprese subisce il cambiamento che arriva da fuori e la resistenza al nuovo che prospera dentro, riuscendo raramente a mettere in pratica un atteggiamento diverso, e cioè cambiare per imporre le tue regole, non per adattarsi. “Disrupt itself”, dicono gli americani: come tutti gli imperativi categorici, per quanto retorico, contiene una buona dose di verità.
È il tema trasversale di questo bel libro di Francesca Gino, docente alla Harvard Business School di Boston, uscito in Italia per Egea. Fin dal titolo Gino esprime la sua posizione a favore del cambiare i modi in cui vengono fatte le cose: Talento ribelle. Perché infrangere le regole paga (nel lavoro e nella vita).
[/vc_column_text][vc_column_text]Ovviamente le regole da infrangere non sono leggi e regolamenti, ovviamente la ribellione non deve danneggiare i clienti, i dipendenti o i cittadini: i primi esempi portati da Gino alla causa sono Napoleone e Bottura, due ribelli con una caratteristica in comune e cioè l’abitudine a lottare in prima linea senza fare troppo caso alla gerarchie, anche se uno andava in guerra e l’altro combatte in cucina. Esattamente come il pirata Gamba di Legno.
Leggendo Talento ribelle scopriamo che “i pirati praticavano una forma rivoluzionaria di democrazia”, perché Cheese Board è stata votata la migliore pizzeria d’America pur servendo un solo tipo di pizza al giorno, in che modo appiattire la struttura gerarchica aumenta il senso di appartenenza all’azienda e qual è l’arma segreta della Pixar (il “plussing”, cioè invitare le persone ad aggiungere idee invece di criticare quelle degli altri).
Si può partire con piccole cose, per esempio, partendo dalla tendenza ad attribuire più potere a chi non si conforma, indossare scarpe da ginnastica sotto un abito formale: violare il dress code è una piccola ribellione che però fa sembrare le persone più potenti di quello che sono, perché si permettono cose che nessuno ha il coraggio di fare.
Gino conclude con otto consigli, li riportiamo qui, consigliando comunque la lettura del libro:
- Cercate la novità
- Incoraggiate il dissenso costruttivo
- Aprite le conversazioni, non chiudetele
- Rivelatevi – e riflettete
- Imparate tutto e poi dimenticatelo
- Trovate la libertà nei limiti
- Guidate dalla trincea
- Incoraggiate gli incidenti fortuiti
C’è tanta Italia in questo libro, la migliore cultura imprenditoriale italiana, che si chiude con Bottura, dove Francesca Gino ha lavorato una sera come cameriera. Sintetizzando il tratto comune a tutte le persone incontrate e intervistate conclude che “Nella loro gioia di fare – nel loro totale coinvolgimento nei confronti della vita –, la loro ricetta per il successo si è rivelata addirittura una ribellione contro il tempo stesso.”