AntiFragile. Prosperare nel disordine.

Evviva gli choc!

In che mondo vivremmo se esistessero persone o aziende galvanizzate dal caos e dall’insicurezza? Non semplicemente anti-cicliche, cioè che temono il caos e l’incertezza esattamente allo stesso modo, solo su tempi e pattern inversi rispetto a quelle cicliche.

Un barbuto e scorbutico ex-trader libanese ha scoperto che queste persone e queste aziende esistono eccome, e già che c’era ha mandato ai pazzi il 90% degli economisti, del mondo finance e degli accademici prendendosi gioco di loro e dei loro modelli di previsione.

Perché? Semplice: perché da prima del crollo del 2008 sostiene che gli economisti e le loro previsioni basate su modelli statistici ed econometrici sono errati, inservibili, fuorvianti se non addirittura tossici e nocivi. Il fatto che i suoi libri vendano centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo non ha aiutato.

Si chiama Nassim Taleb, è diventato famoso con Il cigno nero, ma considera Anti-fragile, in cui descrive e teorizza il contrario della fragilità, il suo libro più importante. Per sintetizzare l’antifragilità possiamo dire che non è il contrario della robustezza, ma la caratteristica di qualsiasi entità – organismo, società, azienda – capace di prosperare sapendo che qualsiasi progetto è votato al fallimento e che tirare la corda, spesso, è la cosa più saggia da fare. Taleb è esattamente così, rispecchiando e incarnando il concetto in ossequio alla complessità del mondo. Unico problema? Non gli è riuscito di scovare una parola più rotonda e perfetta, non derivata, in nessuna lingua conosciuta. Non oso immaginare quanto possa averlo reso furibondo. Chiunque dovesse trovarla, questa parola mancante per un concetto sfuggente e potentissimo, avrà per sempre la gratitudine di Taleb (forse).

Un consiglio in più: non leggerlo, ascoltalo. Gli audiolibri sono perfetti per assimilare autori indigesti e, in più, proteggono dai vicini di ombrellone.